iovanni Marco Rutini, fiorentino di nascita (1723), si formò musicalmente a Napoli sotto il grande maestro d’opera, Leonardo Leo; successivamente studiò lo strumento a tastiera con Nicola Fago, restando a Napoli per meno di un decennio. Tuttavia, trent’anni dopo Rutini ebbe da ammettere che la sua conoscenza del contrappunto era piuttosto limitata, come apprendiamo dalla lettura della sua corrispondenza epistolare intercorsa con Padre Martini (Bologna, ca.1762). D’altra parte questo non ci deve sorprendere: i musicisti che si formavano a Napoli tra il 1690 ed il 1710, ricevevano una preparazione teorica e pratica ben diversa da quella della generazione di Rutini, per cui l’arte del contrappunto era ormai considerata una ricercatezza per pochi dotti, più che un’abilità da sviluppare come requisito fondamentale del compositore.
La raccolta di 6 Sonate della cosiddetta Op. 5 fu stampata a Norimberga, sebbene vi apparve come Op. IV (ndr. vedi figura sopra); risale ad un periodo di poco successivo a quello napoletano, i circa 10-15 anni in cui Rutini lavorò con la compagnia itinerante di Locatelli, portandolo a toccare città come Praga, Dresda, Berlino ed infine San Pietroburgo. Le 6 composizioni qui registrate rappresentano solo una piccola parte della sua produzione complessiva per tastiera, composta da circa 70 sonate (Op. 1, Op. 2, Op. 3, Op. 5, Op. 6, Op. 6bis, Op. 7, Op. 8, Op. 9, Op. 12 e Op. 13) che rivestono una certa importanza nello sviluppo della sonata pre-classica, senza contare l'influenza esercitata sulla scrittura delle prime sonate per tastiera di Joseph Haydn.
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2 maggio 2021