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WILLIAM BABELL (Hanover 1688-Islington/London 1723)

XII Solos for a Violin or Hautboy with a Bass, figur'd for the Harpsicord
With proper Graces adapted to each Adagio, by the Author

Publ. by Walsh, London ca.1725 as a posthumous work
Transcribed to the keyboard by Fernando De Luca

FERNANDO DE LUCA
harpsichord

Issue 2024-15

Recorded in Borgo Ticino (Novara, IT): 20-26 November 2023
German harpsichord after Christian Vater (1738)
built by F. P. Ciocca (2007)

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QQuesta interessante collezione di sonate da camera fu pubblicata a Londra per iniziativa dell’editore Walsh attorno al 1725, ossia due anni dopo la morte prematura di William Babell, allora trentacinquenne. Nella prefazione, l’editore oltre a sottolineare la sua profonda amicizia nei confronti dello sfortunato musicista, afferma di aver ottenuto la partitura direttamente dagli ultimi proprietari del manoscritto, si pensa probabilmente ad oboisti o flautisti facenti parte della cerchia del compositore. Come spesso accade per motivi commerciali, Walsh cita sul frontespizio dell’opera strumenti diversi, violino oppure oboe, con un basso continuo; è stato osservato che, in ogni caso, il tipo di scrittura farebbe pensare all’oboe come strumento principe per cui furono concepiti la maggior parte di questi brani.

L’elemento d’interesse più rilevante di questa collezione, almeno dal punto di vista filologico, è dato dalla presenza delle diminuzioni, evidenziate in frontespizio dallo stesso Walsh: “With proper Graces adapted to each Adagio, by the Author”. Non dimentichiamo che, forse, questa è la principale delle abilità del musicista Babell esecutore estemporaneo, ovvero la capacità di sviluppare la tecnica della diminuzione improvvisativa: lo avevamo già ampiamente conosciuto come il noto arrangiatore di arie d’opera ed altre partiture di Handel (vedi QUI). In realtà, ciò che contraddistingue Babell dagli altri musicisti coevi è semplicemente il fatto che lui applicava questa tecnica in modo sistematico, riportandola quasi sempre in partitura. Esattamente l’opposto di Handel che, come noto, pur esibendosi alle tastiere di cembalo ed organo con grande maestria improvvisativa, evitava tout court di scrivere le diminuzioni in partitura, sia manoscritte che, men che meno, pubblicate.

Vorrei richiamare l’attenzione sulla Sonata II in Do minore, forse il pezzo più pregiato dell’intera opera, ed in particolare il secondo movimento (Allegro). Chiunque abbia un minimo di capacità nel saper discernere certe similitudini armoniche - più che melodiche - tra brani musicali, noterà che il movimento può essere messo, ancora un volta, in relazione diretta con il Capriccio in Sol Minore HWV 483 presente nel catalogo handeliano. Come già discusso nella pagina dedicata al Manoscritto di Bergamo, (vedi QUI), l’autografo per mano dello stesso Handel del capriccio è stato datato con certezza attorno al 1716-17, cioè proprio nel mezzo del decennio in cui i due musicisti con ogni probabilità vennero a contatto tra loro: in realtà, il sassone ne riutilizzò il solo incipit in un paio di occasioni successive, ricordiamo solo quella di Alexander’s Feast del 1736, al fine di impostare il soggetto di spessore drammatico nel recitativo Now strike the golden lyre again, che introduce la seconda parte dell’Ode. D’altra parte, anche il musicologo A. Woolley nel 2018 aveva ipotizzato che il capriccio fosse stato copiato per intero da Handel solo ed esclusivamente per l’interesse mostrato nei confronti di tale incipit, non per lo sviluppo successivo, piuttosto incompatibile con altri esempi più elaborati di capricci handeliani. In breve, il capriccio presenta due sezioni molto diverse tra loro: la prima è uno sviluppo fugato del già citato incipit, che ricorda quasi una invenzione a due voci di Bach; la seconda è invece una lunga coda, senza particolari elementi contrappuntistici, che è quella da mettere a confronto con parti del secondo movimento in oggetto. A titolo di esempio, si mettano a confronto le battute 28-30 del Capriccio con le battute 39-41 dell' Allegro di Babell: abbiamo quindi scovato il vero creatore di HWV 483?

Marco De Gregorio
saladelcembalo.org, 31 agosto 2024

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