| ISABELLA CHIAPPARA presenta Lully - Le Triomphe de l'Amour Opéra-ballet, 1681 el 1669 con il Ballet de Flore, creato da Lully per la cognata di Luigi XIV e sua bien-aimée Enrichetta d'Inghilterra, si era dato l'ultimo dei ballets de cour che tanto avevano infiammato la corte di Francia dai primi per Caterina de' Medici, fino a quelli per il giovane re, grande ballerino che però nel 1670 con la sua ultima Entrée come Apollon ne Les Amants magnifiques, aveva rinunciato ad apparire in prima persona sulla scena della corte. Ma la danza regnava a Versailles. Tutti i rampolli reali, i figli del re, dal Gran Delfino a quelli avuti dalle sue maitresses en titre praticavano il ballo, anzi molti di loro erano ottimi danzatori, in quello stile, maestoso e teatrale, solenne ed aggraziato che è l'essenza stessa dell'immagine della corte del Re Sole. La stessa nuora di Luigi, Marie-Anne di Baviera sposa del Gran Delfino era cresciuta nel milieu della corte di Monaco, dove una discendenza dai Borbone, la nonna di Marie-Anne era quella Cristina di Borbone, sorella di Luigi XIII, che aveva portato il ballet de cour a Torino con esiti strepitosi dei quali abbiamo ampie testimonianze, aveva generato una scuola di danza analoga a quella di Versailles con maestri e musicisti francesi in grado di ricreare quello stile. E' in qualche modo anche per festeggiare queste nozze e l'arrivo a corte di tanta charmante ballerina che Luigi XIV nel 1681 decise di commissionare a Lully e Quinault un ballet royal, dove i protagonisti, insieme a danzatori professionisti dovevano essere il Gran Delfino e la sua sposa, ma anche i figli di Mademoiselle de la Valliere, sua prima favorita, il conte de Vermandois di 14 anni e Mademoiselle de Blois, principessa di Conti, di 15 anni, per la quale Lully compose ruoli importanti come quello di Ariane, perchè ella danzava in modo tanto leggero ed aggraziato da non piegare l'erba sotto i suoi passi, come ebbe a dire La Fontaine. Insieme a loro anche i figli di Madame de Montespan come Mademoiselle de Nantes, così bimba da incarnare il ruolo della Jeaunesse. Insomma è lo stesso Luigi XIV che celebra se stesso e l'Amore che lo ha portato a divenire quasi il patriarca di una famiglia, dove tutta la primogenitura reale, legittima e non, è lì a testimoniare la grandezza e la floridezza di una casata con lo stesso Jupiter che nel ballet finale scende dall'Olimpo per riconoscere che Amore è il più potente degli dei e a lui tutti si devono sottomettere. Lully non scriveva musiche per balletti da dodici anni e l'esperienza della tragédie en musique lo aveva segnato profondamente condizionando la creazione di quest'opera che non aveva quasi più nulla del vecchio ballet de cour ma andava a creare una grande sintesi fra questo e la tradédie lyrique, dove, amplificando le danze, le strutturava e dove al canto veniva data una grande rilevanza nel tessuto connettivo con i recitativi che andavano sparendo. Nasceva così l'opéra-ballet che tanti epigoni avrebbe avuto nei decenni successivi, da Campra con la sua Europe Galante fino al Rameau delle Indes Galantes. In questo modo, i menuets, le sarabandes e le chaconnes, le entrées, i vari préludes e ritournelles, le airs e le chansons si inanellavano una dentro l'altra senza soluzione di continuità, in un lungo ed articolato tappeto sonoro dove leggiamo già in tralice gli inizi di un discorso sinfonico. Questo è vero soprattutto per la pagina più eclatante del Triomphe, ossia il Prélude pour la Nuit, non solo uno dei più bei brani musicali scritti da Lully, ma unica sua composizione ad essere eseguita prima della rinascita barocchista da celebri orchestre sinfoniche, naturalmente con tutti i distinguo del caso. Sontuosa nel Triomphe de l'Amour la ricerca timbrica, data non solo dal come sempre ricchissimo apporto strumentale, con l'orchestra che entra anche nelle parti cantate, ma il colore di questa si arricchisce di sfumature di grande bellezza come le sordine delle corde dei violini che accompagnano il Prélude de la Nuit , i cinque "flutes d'Allemagne", ossia i flauti traversi nel primo ritournelle di Diane o la famiglia di flauti dolci: taille, quinte, petite basse e grande basse de flute che accompagnano l'Entrée dell'Amour. Naturalmente, quello che si apprestava a divenire il primo balletto che si struttura a immagine di un'opera lirica, anche a livello coreografico manterrà un lascito importante: la celeberrima Entrée di Apollon sarà la prima coreografia lasciata ai posteri che ancora oggi si può eseguire come allora.
Dal punto di vista drammatico le Thriomphe de l'Amour si struttura con una Overture iniziale alla quale segue una sorta di prologo con Venus che celebra le glorie del figlio insieme a quelle del monarca. E qui veniamo a Quinault che come altrove ci dona un testo di grande bellezza, costruendolo in una serie di Entrée che si possono leggere come una scansione per atti. Nell'opéra-ballet ci sono ben venti entrées ma queste non si raffigurano come pezzi chiusi, bensì c'è un'unità di tempo e luogo che nel ballet de cour non esisteva. Lo stesso Quinault in un suo scritto riassume i diversi momenti delle entrate degli dei, a cominciare da quelle che sono contrarie a cedere all'amore, come Mars, Neptune, Amphitrite e Borée, seguite da Diane e nella lunghissima parte centrale la Nuit, mentre nelle due ultime parti appaiono le divinità che si sottomettono all'amore con Bacchus e Ariane, Apollon, Pan, Zephire e Flore, fino a Jupiter che proclama la vittoria di Amour. La trama è naturalmente fragile e dopo l'entrata di Venus accompagnata dalle Grazie, le Naiadi, le Dryadi e le Plaisirs appaiono Marte armato insieme con una truppa di guerrieri che vengono disarmati dagli amori. A questi segue Amphitrite che infine cede a Nettuno mentre Borée accompagnato dai venti eleva a sè l'ateniese Orythie. A questo punto entra Diane con una bellissima air che fu danzata sappiamo da una delle più leggiadre fanciulle della corte, la delphine, ed inizia la lunghissima pagina della Nuit. Questa incomincia con due airs pour Endymion e prosegue con il magnifico Prélude per la Nuit, introdotto da una tiorba ed oboi all'unisono, mentre i violini in sordina ci comunicano tutto l'incanto e il mistero della notte, la cui sottile malinconia onirica ci pervade magicamente. L'armonia struggente e sognante prosegue con i préludes pour Le Mystere e Le Silence che ci riportano Diane che esprime tutta la sua angoscia nel non poter combattere contro l'Amore che la sovrasta, scomparendo così dai cieli e generando la preoccupazione dei Cariens che chiedono a gran voce alla Dea di tornare a brillare. Si tratta come dicevo di una serie di brani tutti incatenati fra loro, una pura meraviglia musicale. Il balletto prosegue con gli Indiens che introducono Bacchus ed Ariane con una stupenda e complessa chaconne che dura fino all'entrata di Mercure e di Apollon con la sua bellissima Entrée. Dopo l'ingresso di Pan, d'Arcas e di sylvani introdotti da un ritournelle pour le hautbois dalle dinamiche cromatiche di grande ricercatezza arriva l'Amour che nel suo prélude ci offre l'affascinante suono della famiglia di flauti dolci. Nell'esecuzione che ho scelto e che vi propongo all'ascolto, l'Amour è una voce bianca, un soprano infante che rende ancor più magica l'atmosfera e l'apparizione del piccolo dio del quale infine lo stesso Jupiter dichiarerà il potere mentre il coro di tutte le divinità ne decreterà il trionfo. Quest'opéra-ballet occupa anche un posto di rilievo nella storia musicale francese perchè fu la prima ad essere rappresentata in pubblico con delle donne protagoniste. Infatti come era possibile ricreare sulla scena parigina dell'Académie royal l'illusione di veder ballare le dame della corte se erano solo uomini ad impersonare i ruoli femminili? E così Lully, come aveva fatto dieci anni prima con la Psyché per le cantanti, portò sulla scena di un teatro pubblico delle donne e fu una vera rivoluzione. Il Triomphe de l'Amour, in gran parte ancora inedito, fu ricreato nel 2002 al Festival di Musique Baroque en Vendée per, dopo una serie di repliche in luoghi prestigiosi come Ambronay e la stessa Versailles, approdare al castello di Saint-Germain-en-Laye dove era stato creato 321 anni prima. Purtroppo abbiamo soltanto la banda sonora di quello che fu uno spettacolo completo avendo ricreato anche le danze, in una messa in scena totale. Ma la musica è bastevole per darci l'idea di uno spettacolo magnifico. Hugo Reyne ancora una volta ci offre la visione di un Lully da favola e la bellezza della sua musica trova in questa registrazione una pregnanza che solo i grandi specialisti della musica barocca francese sanno restituire. Tutta la grandeur, la maestosità, l'eleganza, la galanterie e la leggiadria di quel suono versaillais ci inonda in questo doppio cd che fa parte di una serie che la Simphonie du Marais dedica a Lully e al Re Sole. La serie della quale il Triomphe de l'Amour è il volume V si intitola Jean Baptiste Lully ou le Musicien du Soleil ed è incisa da Accord. Purtroppo la serie non è distribuita in Italia e come al solito ce ne chiediamo la ragione. Nonostante questo consiglio caldamente a tutti i lullisti l'ascolto di questa opéra-ballet così affascinante ed intrigante. Lully ou le Musicien du Soleil vol.V Le Triomphe de l'Amour Hugo Reyne - La Simphonie du Marais François Masset - Venus, Diane, 2°indienne Julie Hassler - Amphitrite, La Nuit, 1° indienne, la Jeunesse Sophie Landy - Nimphe de Flore Clara Georgel-Delusch - l'Amour Renaud Tripathi - 1°Plaisir, Le Mystere, 1°Carien, Arcas Jean-Luis Georgel - Le Silence, 2°Carien, Mercure Philippe Roche - 2°Plaisir, Neptune, Chef des Carien, un indien, Jupiter Il coro e la Simphonie du Marais Accord 476-1053 | |
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