ochissimo è noto di questo organista e cembalista francese dell'era Luigi XV. Se escludiamo alcune isolate fonti inerenti la documentazione organaria ed organistica francese dei secoli XVII e XVIII, tutto ciò che è documentato del musicista lo si trova nella nota pubblicazione di D. Fuller & B. Gustafson (A Catalogue of French Harpsichord Music, 1699–1780 - Oxford, 1990). Persino la sua data di nascita non è mai stata individuata con certezza, anche se, stilisticamente parlando, si può supporre che la formazione musicale di Jollage sia avvenuta non prima del 1720, perciò collocandone la nascita nella seconda decade del secolo. D'altra parte, sappiamo che probabilmente l'organista frequentò tra la metà degli anni venti ed i primi anni trenta, i castelli della Loira, in qualità di organista del Re di Polonia, all'epoca esiliato e stabilitosi presso il magnificente castello di Chambord. Stiamo parlando naturalmente di Stanislao Leszczyński, la cui figlia Maria andò in sposa allo stesso Luigi XV divenendo regina di Francia. Stanislao lasciò Chambord nel 1733 per riprendere, per la seconda volta ma per pochi anni, il trono di Polonia; dopo di lui sarà la volta di Augusto III, al quale Johann Sebastian Bach dedicò la grande Missa del 1733 ed una delle sue cantate profane. Questo periodo della vita artistica di Jollage si concluderà con l'unica sua pubblicazione a noi nota (anno 1738), dopodiché si ha tutta una serie di notizie di collaudi ed inaugurazioni di organi a Parigi e dintorni, in particolare è rimasta celebre la cronaca dell'installazione dell'organo nella città di Québec, nel 1753. L'opera a stampa alla quale mi riferivo poc'anzi è naturalmente il presente libro (Premier livre de pièces de clavecin, Parigi 1738), che abbiamo il piacere e l'onore di presentare nella prima registrazione pubblica assoluta, ancora una volta nella interpretazione del noto maestro cembalista Fernando De Luca. Il libro è composto da una copiosa sequenza di brani suddivisi in due tonalità, la maggiore/minore e sol maggiore/minore: stilisticamente riflettono il gusto imperante nella Francia di quegli anni, brani piuttosto convenzionali nel complesso ma certamente con alcuni spunti d'eccezione che rendono l'opera di un certo interesse nonché piacevolissima all'ascolto. Un motivo è forse dovuto all'uso particolare che fa Jollage del rondeau, raddoppiando molti brani in due sezioni autonome (premiere partie e seconde partie) l'una in maggiore e l'altra in minore. Poi abbiamo alcuni pezzi, come il penultimo della prima suite, l'italienne, dallo stile modernissimo, secondo alcuni ad imitazione di Domenico Scarlatti, ma che ricorda addirittura certo linguaggio sonatistico di J. Haydn! Zadok, 27 giugno 2012 Sources |