suoi contemporanei, Marpurg in primis, parlano di Christoph Schaffrath come di un musicista dalle spiccate capacità contrappuntistiche, particolarmente evidenti nella sua musica da camera, come nei duetti per flauto e cembalo obbligato, o come nella notevole Fuga inserita nella Sonata VI in sol minore, che qui possiamo ascoltare assieme a tutte le altre 6 Sonate per cembalo solo (Op.2) - nella interpretazione del Mo. Fernando De Luca. I contatti di Schaffrath con C.P.E. Bach sicuramente non mancarono durante la sua permanenza a Berlino, prima, dal 1736, presso l’orchestra di corte del principe Federico (il futuro “Friedrich der Große”), successivamente come maestro della principessa Amalia, sorella dello stesso. Con l’occasione, parlando di Federico, De Luca ci ha eseguito e registrato anche una preziosa composizione, frutto di una trascrizione per tastiera di W.F. Marpurg (attr.) dalla Sinfonia in Re Maggiore composta proprio dal re di Prussia, nel 1743, e successivamente confluita nella ouverture della serenata Il re pastore, eseguita a Charlottenburg nel 1747. Curiosamente, gran parte della musica di Schaffrath, come queste Sonate, mostra soltanto una parziale e limitata influenza dello stile nordico “degli affetti”, mentre si da ampio spazio al linguaggio di transizione di quegli anni, lo stile galante. Tuttavia, ci sono buone probabilità che Schaffrath abbia frequentato altri membri della famiglia Bach, in particolare la cerchia di Wilhelm Friedemann, ed a mio modestissimo avviso gli studiosi potrebbero investigare meglio queste relazioni; ad esempio, vista la somiglianza tra alcune progressioni della suddetta Fuga ed analoghe presenti nell’ultimo movimento (un fugato intitolato Capriccio) della Suite in sol minore BWV 1070, composizione annoverata verso fine Ottocento tra le suites orchestrali di Johann Sebastian Bach, ed oggi attribuita, con molti dubbi, al suo primogenito. Zadok, 24 novembre 2013 | |