NICCOLÒ PORPORA (1686 - 1768) Cantate per soprano Il Vulcano Il Sogno Venticel che trà le frondi Il Nome Il Ritiro Maria Laura Martorana, soprano Accademia Barocca “I Virtuosi Italiani” Alberto Martini, violino e dir. Brilliant Classics 94311
uesto notevole CD esplora un repertorio pochissimo battuto, tanto che ben 4 delle 5 cantate sono registrate qui per la prima volta. Il nome di Porpora stenta ancora evidentemente ad essere conosciuto, anche se fu un grandissimo compositore, eccelso soprattutto nello scrivere per la voce. Speriamo quindi che questo disco faccia da apripista e stimoli altri artisti a cimentarsi con le sue cantate, visto che ce ne sono pervenute ben 134. La datazione di queste opere non è sicura, ma probabilmente risalgono tutte agli anni Trenta del Settecento. Due cantate (Il Vulcano e Il Ritiro) sono nella forma più ampia: due arie precedute da due recitativi, con una sinfonia introduttiva in due movimenti, mentre le altre tre mancano dell'introduzione strumentale e del primo recitativo. Due di queste ultime (Il Sogno e Il Nome) appartengono in particolare ad una raccolta di 12 cantate su testi di Pietro Metastasio, pubblicata a Londra da Porpora nel 1735. Come si vede ben quattro cantate hanno un titolo che le caratterizza, cercando così di mitigare lo stereotipo della cantata barocca, quasi invariabilmente di ambientazione arcadica e dedicata al lamento di un amante insoddisfatto. Il Vulcano ad esempio è dedicata alle rimostranze del dio fabbro verso la moglie Venere che lo trascura, Il Ritiro racconta invece di qualcuno che abbandona fasti e onori per ritornare in vecchiaia alla natia campagna. Nella cantata Il Nome un innamorato incide nella corteccia di un albero il nome dell'amata, mentre ne Il Sogno l'infelice amante vede durante il sonno la sua amata, a parziale ristoro delle sue amorose pene. Quest'ultimo testo del Metastasio fu messo in musica anche da Domenico Scarlatti nella sua famosa cantata Pur nel sonno. C'è varietà anche nell'accompagnamento strumentale, perché mentre le due cantate su testi del Metastasio sono per soprano e basso continuo, nelle altre sono previsti anche gli archi (due violini e una viola). Ottima quindi la scelta del materiale, che ci fornisce un ampio ventaglio di possibilità espressive. Ma soprattutto è interessante la musica di Porpora: anche se trilli e fioriture abbondano, la scrittura non è affatto eccessivamente virtuosistica né appariscente. Al contrario, il compositore cerca soprattutto di mettere in risalto la bellezza della voce con una linea vocale piena e sensuale. È istruttivo in tal senso confrontare Il Sogno con Pur nel sonno: la musica di Scarlatti è assai più spigolosa, inquieta e virtuosistica, mentre Porpora gioca tutto sul fascino della melodia e su di un clima più rilassato. Maria Laura Martorana si presenta come soprano di coloratura, ma a mio avviso questo tipo di repertorio mal si confà ai suoi mezzi: pur essendo apprezzabile nelle agilità, esibisce infatti una vocina stridula e tremolante, limitata nell'estensione, inadatta a rendere giustizia a queste cantate. Anche la scelta dei tempi non sempre mi è parsa felice: in alcuni casi sarebbe stato preferibile marcare di più il contrasto fra movimenti lenti e veloci. L’impressione è confermata dai pochi confronti che si possono fare: Il Ritiro era già comparsa in CD tre anni fa, cantata da Raffaella Milanesi con esiti decisamente migliori, mentre Il Vulcano è stata portata in concerto recentemente da Vivica Genaux che, pur nella limitatezza di un ascolto radiofonico, mi è parsa un’interprete di elezione per queste composizioni, dandocene una lettura decisamente superiore a quella presentata qui. Tuttavia, nell'attesa di ascoltare presto altri interpreti cimentarsi con le cantate di Porpora, questo CD ci permette comunque di fare la conoscenza con queste rare ma pregevolissime composizioni e, visto il prezzo contenuto, può essere un acquisto interessante. Maurizio Frigeni, 18 gennaio 2013
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