GEORGE FRIDERIC HANDEL (1685-1759) Theodora Theodora: Christine Schäfer Didymus: Bejun Mehta Valens: Johannes Martin Kränzle Septimius: Joseph Kaiser Irene: Bernarda Fink Messaggero: Ryland Davies Freiburger Barockorchester Ivor Bolton Messa in scena: Christof Loy Cmajor 705708 (2 DVD) In preda a non so quale raptus, negli ultimi due-tre mesi le case hanno fatto uscire ben tre versioni di oratori handeliani sotto forma scenica in DVD: il Belshazzar, il Messiah, e questa Theodora, ripresa live dal festival di Salisburgo del 2009 e che fa quindi parte delle celebrazioni per i 250 anni della morte del compositore. Ora, un DVD della Theodora ha l'ingrato compito di scontrarsi con l'ingombrante paragone della celebratissima e contestata, insomma quasi leggendaria, edizione di Glyndebourne, che riuniva l'accoppiata Christie/Sellars e un cast stellare di cantanti. Ne parlerò più in dettaglio nel corso della recensione. Bisogna però considerare questo DVD anche per meriti propri e non solo di confronto. La messa in scena di Christof Loy anzitutto. La scenografia dell'immensa Große Festspielhaus resta la stessa per tutti e tre gli atti: un grande organo sullo sfondo (elemento che interverrà anche a livello pratico, dato che è stato inserito un concerto per organo, quello in sol minore HWV 310, nel terzo atto), delle ampie gradinate e delle sedie che vengono spostate e utilizzate in vari modi nel corso della rappresentazione. Anche i costumi sono sobri, per non dire inesistenti: il coro e i solisti sono vestiti come per un concerto, in completo gli uomini e in nero lungo le donne. Fa eccezione Theodora, che è vestita di bianco per il primo atto e molto appropriatamente in rosso, con in più un forte rossetto, nel secondo atto nella scena del tempio/prigione. Insomma, praticamente l'opposto dell'approccio narrativo usato da Sellars nel DVD di Glyndebourne, che trasponeva la storia in una sorta di America dei giorni nostri. Per contro, i cantanti e il coro non stanno fissi in scena ma entrano ed escono come in una normale rappresentazione teatrale. Siamo quindi di fronte ad una sorta di rappresentazione semiscenica, in cui lo svolgimento della storia è reso non da scene e costumi ma dalle sole capacità attoriali dei solisti e del coro. Detto così può sembrare strano ma a vederlo lo spettacolo rende piuttosto bene. Dal punto di vista musicale non ci sono grandi punti deboli, come neppure grandi rivelazioni. I Freiburger Barockorchester, diretti da Ivor Bolton, sono un complesso solido con un bel suono pieno, ma tendono ad essere troppo monolitici e mancano della sottigliezza e raffinatezza dei colori che Christie riesce a trasmettere nel DVD all'Orchestra of the Age of Enlightment (non parlerò delle Theodore incise in CD se non per dire che è stato un oratorio fortunato di cui si possono trovare almeno un paio di eccellenti registrazioni). Sicuramente parte della colpa dev'essere attribuita a Bolton, che certo non è Christie nell'abilità di cogliere le sfumature della partitura di Handel. La scena della prigione di Theodora, nel secondo atto, ne è un chiaro esempio. Come ovvia conseguenza, i momenti dove Bolton riesce meglio sono i cori, che beneficiano di questa maggiore graniticità sonora. Le intenzioni di Bolton sono mirabilmente supportate dal Salzburger Bachchor, che è un coro eccellente e convince pienamente anche a livello attoriale ed espressivo. A credito di Bolton, va detto che le variazioni sul da capo dei cantanti sono interessanti, di buon gusto e mai eccessive. Il cast di cantanti riunisce nomi noti a cantanti (immagino locali) che francamente non avevo mai sentito. In media, tutti consegnano delle buone prove e tutti sono un gradino inferiori al cast del DVD di Christie. La protagonista è cantata da Christine Schäfer, che ho difficoltà ad inquadrare bene: ha una voce più matura, più "pesante" se vogliamo, del classico soprano che incarna Theodora (l'eterea e ispirata Dawn Upshaw del DVD Christie in primis, ma anche la Petibon del CD diretto sempre da Christie), ma non viene sfruttata appieno. Il ruolo di Theodora avrebbe potuto beneficiare di una voce un po' più terrena rispetto alla classica interpretazione virginale, ma questo non viene fuori bene dalla rappresentazione, quindi l'effetto finale è che non si capisce bene dove voglia andare a parare. La Schäfer comunque, nonostante una pronuncia inglese un po' accentata, non ha particolari problemi ad affrontare il ruolo. Bejun Mehta è forse il cantante più atteso del cast nella sua interpretazione di Didymus, il centurione romano convertito da Theodora e legato a lei da un casto amore, che compie il tentativo estremo di liberarla per poi morire assieme a lei alla fine dell'oratorio. Come spesso per i controtenori, qui interviene pesantemente il gusto personale. Io non trovo la voce di Mehta particolarmente attraente, con quel timbro vagamente acido. Mehta risulta più efficace nelle arie veloci o con qualche coloratura che nelle arie lente (che costituiscono la maggior parte dell'oratorio per quanto lo riguarda), ed è il membro del cast che mi ha convinto meno a livello attoriale. Va detto però che risuona molto bene nell'acustica della sala (almeno a quel che sembra da questa registrazione) e sicuramente gli estimatori saranno pienamente soddisfatti dalla sua prova, che è comunque positiva. Il tenore Joseph Kaiser, a me sconosciuto, è l'altro ufficiale romano, Septimius. Questo è forse il personaggio più sfumato, che non trova un posto chiaro tra il mondo pio e leggermente fanatico dei Cristiani e quello disumanato dei Romani del tardo Impero (secondo il libretto, ovviamente). Attaccato ai valori della romanitas classica di virtus e compassione, risulta paradossalmente la figura più moderna ed "illuminata" (il libretto, intelligentemente, ci lascia in dubbio sulla sua eventuale conversione al cristianesimo, che invece conclude il racconto – scritto dal noto scienziato Robert Boyle – da cui esso è tratto). Kaiser, che certo non ha i mezzi di Richard Croft dell'altro DVD, ha una voce molto bella, una buona presenza scenica e canta e recita con convinzione e coinvolgimento, pur essendo un po' debole nelle agilità (come l'aria "Dread the fruits of christian folly" dimostra). L'antagonista principale dell'oratorio, il crudele governatore di Antiochia Valens, è cantato da un altro cantante a me ignoto, Johannes Martin Kränzle. Il ruolo di Valens è molto estroverso e resta completamente al di fuori dei complessi dilemmi emotivi e religiosi che coinvolgono tutti gli altri personaggi, quindi permette agli spettatori dei momenti di rilassamento nel dramma e consente al cantante di avere una bella vetrina di esibizione. Non so come sia Kränzle nei ruoli un po' meno bidimensionali di Valens, ma qui funziona benissimo sia a livello musicale che attoriale, e ruba la scena in diverse occasioni. L'ultimo membro del cast (non parlo del piccolissimo ruolo del messaggero, qui consegnato a Ryland Davies che, oltre a recitare un paio di righe, è spesso in scena come comparsa muta nelle scene dei Cristiani) è Bernarda Fink come Irene, una cristiana confidente di Theodora. La Fink non delude da nessun punto di vista, ma resta un po' in disparte nella storia, oltre a doversi confrontare con l'immensa Lorraine Hunt-Lieberson, che anche grazie alla regia di Sellars emergeva come un punto focale del dramma, centro e anima della comunità cristiana ancor più di Theodora. In questa rappresentazione il personaggio torna ad essere semplicemente "una cristiana", come dal libretto originale. Niente da dire a livello tecnico in merito di presa sonora e qualità visiva (l'ho visto in DVD e non in BluRay e mi è sembrato pienamente soddisfacente). Concludo con due punti negativi: il primo riguarda il cofanetto in sé, che non contiene alcun contenuto speciale pur avendo 2 DVD. Per me al giorno d'oggi proporre un DVD senza contenuti speciali non è proprio possibile. Il secondo è più consistente perché riguarda la rappresentazione, che inspiegabilmente taglia l'importantissimo dialogo del terzo atto in cui Theodora annuncia ad Irene la sua intenzione di tornare da Didymus per salvarlo, pur sapendo che così corre verso la propria morte. Questo dialogo è cruciale per la storia perché è il momento fondamentale dell'evoluzione psicologica di Theodora, che solo pochi minuti prima aveva celebrato il Signore per la sua liberazione, nell'aria When sunk in anguish. Non riesco proprio a capire perché questo minuto scarso di recitativo sia stato tagliato (assieme al successivo duetto Whither, princess, do you fly tra Irene e Theodora). L'introduzione del concerto per organo HWV310 (proprio tra l'aria When sunk e il successivo recitativo), accompagnato da una sorta di sequenza onirica incentrata su Theodora, non era indispensabile ma non disturba più di tanto. Conclusione: sebbene inferiore alla precedente edizione della Theodora in DVD (anche se quelli che non sopportano Sellars potrebbero dissentire) e nonostante qualche fastidio, questo DVD è un buon acquisto. Anche perché la Theodora sarà magari un oratorio un po' difficile per la sua cupezza e per la grande quantità di arie lunghe e dense, ma è un pezzo di musica sublime. Chi volesse vedere qualche brano tratto da questi DVD può trovarne su YouTube diversi esempi, ad esempio la scena della prigione e il duetto tra Theodora e Didymus alla fine del secondo atto. Luca Maltagliati 4 settembre 2011 |