HIDDEN HANDEL George Frideric Handel Sento prima le procelle - da Pirro e Demetrio La crudele lontananza - da Rinaldo No, non così severe - da Pirro e Demetrio Vieni, o cara, e lieta in petto - da Pirro e Demetrio Vinto è l’amor da sdegno e gelosia - da Ottone Vieni, o caro, che senza il tuo core - da Rinaldo Io d’altro regno… Dimmi, crudele amore - da Muzio Scevola Lusinga questo cor - da Amadigi Sa perché pena il cor - da Teseo Non lagrimate, o mie seguaci… Farò così più bella - da Admeto Le vicende della sorte - da Berenice Solitudini amate... Aure, fonti - da Alessandro Hornpipe in c minor Aria for winds in f major March in g major March in d major March in f major Ann Hallenberg, mezzosoprano Il Complesso Barocco dir. Alan Curtis Naïve V5326
opo averlo tenuto in un cassetto per oltre due anni (la registrazione è del luglio 2010) Naïve fa uscire ora questo CD dedicato ad arie mai sentite (o quasi...) di Handel. Nella maggior parte dei casi si tratta di arie sostitutive, cioè scritte per una ripresa di un'opera in cui era presente un nuovo cantante. Ad esempio, ci sono due arie tratte dalle repliche del Rinaldo date nel 1714 e nel 1717, scritte per Anastasia Robinson che in quelle occasioni cantò nel ruolo di Almirena: nel 1714 inserì per lei la nuova aria La crudele lontananza ma nel 1717 la voce della Robinson aveva subito un deciso spostamento verso il grave, sicché la stessa aria fu sostituta da Vieni, o caro. Oppure c'è un'aria scritta per l'Ottone del 1726 (Vinto è l'amor), quando la stessa Robinson dovette essere sostituita da Livia Costantini. Tre arie invece furono scritte per il castrato Antonio Bernacchi ed inserite nell'opera Pirro e Demetrio di Alessandro Scarlatti, in una versione messa in scena a Londra nel 1716, alquanto rimaneggiata da Nicola Haym e nella quale delle arie di Scarlatti rimaneva ben poco. Fu l'unica volta che Handel scrisse delle arie aggiuntive per un'opera non sua. Un'altra aria è tratta dal Muzio Scevola del 1721, opera a tre mani della quale Handel scrisse solo il terzo atto. In alcuni casi si tratta di ripensamenti di Handel, come l'aria per Annibali Le vicende della sorte nella Berenice, che fu eliminata nella stesura definitiva (e nella registrazione diretta dallo stesso Alan Curtis...). Oppure si tratta di arie spesso omesse nelle rappresentazioni moderne, come Farò cosa più bella (aria di Alceste nell'Admeto) che Alan Curtis sostituì nella sua incisione dell'opera con Spera sì mio caro bene, scritta da Handel per una ripresa. Come spesso capita, questa decisione di Curtis è diventata poi la norma e quasi tutte le (pochissime) esecuzioni moderne dell'Admeto operano la stessa sostituzione. Non posso fare qui un resoconto completo dei vari casi, che sono trattati in modo esaustivo nell'eccellente scritto di John Roberts che accompagna il CD. Delle 12 arie contenute nel CD ben 9 sono marcate come “prima registrazione mondiale”. Naturalmente non tutte le arie sono dello stesso livello, vista anche la loro origine molto eterogenea. Alcune però s'impongono già al primo ascolto, come Sento prima le procelle oppure Vinto è l'amor. L'unica aria ben nota di tutto il CD è Aure, fonti tratta dall'Alessandro, che in effetti non si capisce bene a qual titolo sia stata inserita, ma forse l'unico scopo era quello di chiudere in bellezza il disco. Il programma come si vede è molto interessante. L'unico appunto che potrei fare è che al posto dei brevi brani orchestrali che fanno da intermezzo (e che poco hanno a che vedere col resto del disco) avrei preferito ascoltare qualche altra aria. Ma probabilmente Alan Curtis ha già in mente un altro CD dello stesso tenore... Ann Hallenberg è perfettamente a suo agio con questa musica ed è eccellente sia nei passaggi di coloratura sia nelle arie più lente. Ha come al solito un perfetto controllo del vibrato e ci regala anche delle messe di voce veramente notevoli. Alcune delle arie hanno una tessitura più adatta ad un soprano, ma non è affatto fuori luogo farle interpretare ad un mezzosoprano. La lettura qui presentata dell’aria Aure, fonti è ad esempio piuttosto interessante e si contrappone a quella sopranile della Lezhneva nella recente incisione dell’Alessandro diretta da Petrou. Alan Curtis magari non avrà la verve di altri suoi colleghi e la sua conduzione a tratti tende ad essere un po’ troppo squadrata, ma è un grande conoscitore della musica di Handel. Per gli abbellimenti nei da capo lui e la Hallenberg hanno evitato soluzioni improbabili, senza però rinunciare all'indispensabile intensificazione del discorso musicale. Insomma, un CD che sicuramente solleticherà la curiosità degli handeliani e darà loro nuove inaspettate emozioni. Maurizio Frigeni, 28 marzo 2013
|