L’Olimpiade Arie e cori dell’opera, con musiche di Leonardo Leo, Johann Adolf Hasse, Baldassare Galuppi, Giuseppe Sarti, Josef Mysliveček, Giovanni Paisiello, Davide Perez, Antonio Vivaldi, Florian Leopold Gassmann, Antonio Caldara, Tommaso Traetta, Niccolò Jommelli, Luigi Cherubini, Giovanni Battista Pergolesi, Niccolò Piccinni, Domenico Cimarosa Romina Basso, mezzosoprano: Megacle Franziska Gottwald, mezzosoprano: Licida Karina Gauvin, soprano: Argene Ruth Rosique, soprano: Aristea Nicholas Phan, tenore: Clistene Nicholas Spanos, controtenore: Aminta Venice Baroque Orchestra dir. Markellos Chryssicos Naïve V 5295 (2 CD)
uesti due CD contengono tutte le arie e i cori (ma non i recitativi) previsti dal libretto originale de L’Olimpiade, scritta dal Metastasio nel 1733. Si tratta di una delle opere più celebri del Settecento, messa in musica ben 56 volte da vari autori, 16 dei quali sono stati selezionati per questa registrazione. I compositori scelti vanno da Caldara (1733), Vivaldi (1734) e Pergolesi (1735) fino a Cherubini (1783), Cimarosa (1784) e Paisiello (1786), quindi c'è una differenza temporale (e stilistica) di oltre 50 anni fra le arie più antiche e quelle più recenti. Proprio questo si avverte subito all’ascolto come uno dei problemi principali dell'operazione: l'insieme è così eterogeneo e diverso che si fa fatica a cogliere nell’opera un senso unitario. D'altra parte avere a disposizione un ventaglio così ampio di proposte può anche essere un punto di interesse, se si guarda al singolo brano anziché all'insieme. Come racconta (un po' ingenuamente) Julian Fifer nelle note accluse, "fu solo durante le ricerche per la messa in scena dell'Olimpiade di Galuppi che ci rendemmo conto che decine di compositori avevano messo in musica la stessa storia" (meglio tardi che mai, verrebbe da dire). Il riferimento è ad una bella produzione del 2006 approdata anche in DVD (uno dei pochi allestimenti di opera barocca che riesco guardare senza esser colto da disgusto) e che è un po' il punto di partenza di tutta l'operazione, visto che ritroviamo in questo cofanetto la stessa orchestra (la Venice Baroque Orchestra) e ben tre degli interpreti principali: Romina Basso (Megacle), Franziska Gottwald (Licida) e Ruth Rosique (Aristea). Anche Andrea Marcon è stato fra gli ideatori del progetto e con ogni evidenza a lui si devono le scelte direttoriali adottate in questi CD, anche se poi curiosamente (probabilmente a causa del suo contratto con Deutsche Grammophon) l’orchestra è stata diretta (almeno sulla carta) da Markellos Chryssicos. Il quartetto dei personaggi principali era completato in quel DVD dalla splendida Argene di Roberta Invernizzi, qui invece dobbiamo accontentarci (si fa per dire) di Karina Gauvin. Per i due ruoli minori si è scelto un colore vocale diverso rispetto all'Olimpiade di Galuppi: Clistene è un tenore (Nicholas Phan) e Aminta un contraltista (Nicholas Spanos). Le due arie di quest'ultimo in particolare sono state prese dall'Olimpiade di Hasse (1756), insieme a due cori e all'aria iniziale di Megacle: Hasse è il compositore che ha dato (giustamente) il contributo più ampio. Invece non compare in questi CD il personaggio di Alcandro, che nel libretto originale del Metastasio aveva solo recitativi. A parte il caso di Hasse non si capisce molto il criterio con cui le arie sono state scelte, perché ad esempio Vivaldi e Pergolesi vengono rappresentati da un'aria a testa che secondo me non è la migliore delle rispettive opere; lo stesso vale per Galuppi, da cui sono state prese due arie di Licida ma non per esempio lo splendido duetto alla fine del primo atto. Invece le arie che risalgono al tardo Settecento all’ascolto paiono un po’ generiche e di maniera, specialmente se confrontate con quelle più antiche, che mostrano una varietà d’accenti decisamente superiore. Anche in questo caso bisognerebbe conoscere tutte le relative opere per poter esprimere un giudizio, ma l’impressione è che la scelta dei brani da inserire sia stata un po’ casuale. Nelle note ai CD si insiste a scrivere che questo è un pasticcio come quelli che era comune ascoltare in teatro nel Settecento, ma ovviamente ciò non è vero perché, a parte l'enorme disparità stilistica, mancano del tutto i recitativi a fare da indispensabile collante della narrazione. Io parlerei più modestamente di una raccolta di arie ispirate all'Olimpiade del Metastasio. Anche se il grande poeta probabilmente non sarebbe per nulla contento di un'operazione che lo riduce al rango di scrittore di canzonette, tagliando invece la parte più importante del suo dramma, cioè il recitativo. Comunque, ferme restando le perplessità di cui sopra, come pure il fatto che avrei preferito mille volte avere un'opera vera per intero (L'Olimpiade di Hasse, ad esempio) piuttosto che questo patchwork, bisogna guardare anche agli aspetti positivi, cioè alla possibilità di ascoltare una raccolta (magari casuale ma comunque significativa) di grandi arie settecentesche che altrimenti probabilmente non avremmo mai sentito. E soprattutto è notevole che a cantare ci sia un ottimo cast. Ruth Rosique e Franziska Gottwald ripetono l’eccellente prova data nel DVD dedicato a Galuppi, così come Romina Basso, ottima nella caratterizzazione delle singole arie, anche se la sua voce appare a volte un po’ debole nelle note più gravi. Karina Gauvin è un’ottima Argene anche se non è stata molto fortunata nella scelta dei brani. Sicuramente avrei preferito una voce naturale al posto di un falsettista nel ruolo di Aminta, ma Spanos per fortuna ha una voce abbastanza gradevole e riesce a non rovinare le due belle arie di Hasse. Anche il tenore che interpreta Clistene si disimpegna molto bene nelle sue arie, tutte risalenti al tardo Settecento e contraddistinte da una scrittura piuttosto virtuosistica. L'orchestra è ottima, anche se alcune scelte di tempo estreme mi lasciano perplesso, come un Mentre dormi di Vivaldi che dura ben 9 minuti e mezzo, oppure Siam navi all’onde algenti presa a rotta di collo. Il libretto che accompagna il cofanetto è uno spreco di carta e colori e contiene due inutili scritti di Julian Fifer e Miles Morgan, per fortuna controbilanciati da un più interessante mini-saggio di Reinhard Strohm che analizza le arie dei vari personaggi. Da nessuna parte, però, vengono riportati gli anni di composizione delle varie opere, informazione secondo me d’importanza non secondaria. Così come sarebbe stato opportuno, per ripagare il grande Metastasio del torto subito, riportare integralmente il suo libretto invece di mettere solo i testi delle arie ed una breve sinossi. In conclusione, si tratta di un cofanetto che ha i suoi punti deboli, ma a cui probabilmente ritornerò spesso anche in futuro e che spero contribuisca ad alimentare una maggiore attenzione verso le tante belle opere del Settecento ancora da scoprire. Chi vuole conoscerlo più a fondo può guardare il video ufficiale oppure ascoltarlo integralmente su Deezer. Maurizio Frigeni, 9 giugno 2012
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