Dear All,
The first page of 2017 brings you the complete four sets of harpsichord arrangements by William Babell (London? c1690 - Islington/London 1723), published 1717 and mostly based on Handel music from Rinaldo. Including the second and third set of arrangements from other non-handelian music (generally based on Heidegger pasticcios of 1711-1715, eg. Bononcini arias from Etearco, London, Haymarket, 1711). One additional piece by Handel has been integrated in the second set: "Dolce bene" from Radamisto, that you can find in Vol.48 of Chrysander edition, not in Babell. All the recordings by F. De Luca.
Hope you enjoy!
a fama di William Babell, cembalista, violinista e compositore, è legata quasi esclusivamente alla sua remunerativa attività di arrangiatore, specialmente su musiche handeliane. Non a caso, lo storico Charles Burney lasciò un giudizio piuttosto severo sul musicista inglese, definendo la sua pubblicazione per tastiera di maggior successo come “un modo fin troppo facile ed immeritato per acquisire la notorietà di grande esecutore…”. Diverso è il commento lasciato da altri contemporanei e storici del XVIII secolo, Mattheson ad esempio (in Der vollkommene Capellmeister, 1739), ne lodò le caratteristiche di virtuoso soprattutto all’organo dove poteva competere con lo stesso Handel. Sempre secondo il critico tedesco, Babell sarebbe stato in parte istruito dal caro sassone, dopo aver studiato con Pepusch.
In ogni caso, è innegabile l’importanza delle quattro suite per cembalo pubblicate da Babell nel 1717, e qui registrate integralmente (inclusi due brani già apparsi su questo sito, pagina 2011/no.15), almeno per un paio di motivi. Innanzitutto, questi arrangiamenti, ricchi di ornamentazioni, evidenziano molti procedimenti di trascrizione ed improvvisazione alla tastiera usati a quel tempo, e quindi rappresentano una fonte preziosissima per gli interpreti odierni. Seconda ragione, la vicinanza di Babell alla musica di Handel fa pensare, come effettivamente è stato ipotizzato dallo studioso Graham Pont [nota], che lo stile proposto da Babell in questi arrangiamenti sia del tutto simile (al limite dell’imitazione) a quello impiegato da Handel. Non solo, sappiamo che The Ouverture of Rinaldo che Babell inserisce nel primo set in fa maggiore, rispecchia molto da vicino la stessa trascrizione pubblicata da Walsh molti anni dopo, con tutte le 60 ouverture handeliane. Nell’articolo di Pont, si fa riferimento al celebre arrangiamento di “Vò far guerra”, inserito da Babell alla fine del quarto set in sol maggiore, che in effetti è una versione “dilatata” della famosa cadenza che lo stesso Handel eseguì alla prima del Rinaldo (1711), poi pubblicata da Walsh nel 1756. Anche i preludi che aprono ciascuno dei 4 set e soprattutto le due arie variate in sol maggiore e sol minore nell’ultimo set, probabilmente tutte composizioni originali di Babell, sono chiaramente un omaggio/imitazione allo stile tastieristico di George Frideric Handel.
Nel secondo e terzo set, Babell inserisce anche brani non handeliani. Si tratta in gran parte di arrangiamenti di arie tratte da opere-pasticci rappresentati a Londra negli stessi anni, di grande successo ed impatto commerciale. Ad esempio, “Nume Alato” proviene dall’Etearco, un pasticcio su libretto di Stampiglia (London, Haymarket, 1711) con musiche di Bononcini ed altri filo-italiani. Una eccezione è l’aria “Dolce bene”, in la minore, che il nostro interprete ha voluto integrare alla fine del secondo set, trascrizione dal Radamisto di Handel e pubblicata da Chrysander nel volume 48 dell’edizione handeliana.
saladelcembalo.org
14 gennaio 2017
[nota] di G. Pont, oltre all'articolo originario An Early 18th-Century Manuscript of Harpsichord Music: William Babell and Handel's “Vo' far guerra” comparso nel 1996 sul 'British Library Journal', xxi, 176–83, vanno assolutamente segnalati i suoi due articoli più recenti, il secondo dei quali del 2016 getta nuova luce sulla questione Babell-Handel:
- Reminiscences of Rinaldo; The Keyboard Transcriptions of 'Vo' far guerra', Ad Parnassum, Volume 9, Issue 17 (April 2011), pp.7-35.
- Some questions concerning Handel’s early London copyists, in 'Early Music', vol. 44 no 3 (May 2016).
Fernando De Luca plays at Villa Falconieri, Frascati (Rome)
30 Dec 2016 (photos by M. Toso)