Le Clavecin pour Versailles
Dix-huitième épisode (index)
na grande pagina dedicata alla musica clavicembalistica francese del XVIII secolo mancava da tempo, e questo crediamo possa giustificare sia la scelta dei brani, quasi tutti di assoluta rarità, che la quantità di musica qui interpretata dal M° Fernando De Luca per saladelcembalo.org (circa 6 ore di registrazioni).
Gli ascolti proposti sono stati posizionati secondo la cronologia di nascita dei rispettivi autori, seppur approssimativa in certi casi. Avevamo già presentato in passato Royer e Corrette, autori più o meno noti agli estimatori del barocco francese, praticamente coetanei, ma stilisticamente lontani. Il primo dei due, torinese di nascita, ma quasi immediatamente trapiantato in Francia allorché il padre terminò la sua missione temporanea presso la corte dei Savoia, deve naturalmente moltissimo all’influenza musicale di Rameau. Il Royer si dedicò al teatro, con alcune tragédies in musica e soprattutto balletti, il più noto dei quali fu Zaïde, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1739 e successivamente in una versione modificata a Versailles, nel 1745. Il Premier livre de Pièces de Clavecin contiene principalmente adattamenti da Zaïde, che il musicista francese pubblicò nel 1746, ed altri brani trascritti da Le pouvoir de l'amour, altro balletto del 1743. Fernando De Luca fu il primo in Italia ad eseguire questi pezzi in pubblico, nel 1991.
Michel Corrette, originario di Rouen, visse molto a lungo, superò gli anni della Rivoluzione e morì nell’anno successivo alla fine del cosiddetto Regime del Terrore. A differenza di Royer, non si dedicò al teatro di corte, sebbene abbia lasciato una gran quantità di musica vocale, sotto forma di opéra comique, cantate e ariette, molte basate su melodie popolari. Del 1790 è noto un suo arrangiamento dell’aria patriottica dei rivoluzionari, Ça ira, ed ancora nel 1792 la stessa aria verrà da lui utilizzata per il tema di una sinfonia per orchestra. Nel campo strumentale Corrette è ben noto per la sua attenzione al repertorio cameristico di influenza italiana, fuso nella tradizione francese, con molti brani per ensemble di fiati e/o archi e basso continuo, tutti appartenenti al periodo 1730-1750 circa. Anche la musica qui presentata, Les Amusemens du Parnasse, risale al 1749, ed è la prima parte completa di una serie di otto volumi pubblicati fino al 1772.
Di Louis-Claude Daquin, uno degli organisti della Chapelle Royale di Versailles, succeduto nel 1739 a Jean-François Dandrieu, presentiamo un estratto dal suo Premier livre de Pièces de Clavecin (Paris, 1735): la Suite III in mi minore. Le restanti parti del libro verranno registrate successivamente per una futura pagina. Abbiamo invece completi i 40 Pièces de Clavecin di Pierre Thomas Dufour, pubblicati a Parigi attorno al 1772, ma probabilmente composti anni prima, per ovvie considerazioni stilistiche. Reperire informazioni su questo musicista è a dir poco arduo, nonostante i suoi pezzi per cembalo siano stati pubblicati in tempi moderni (Minkoff 1982), come facsimile dell’edizione originale (tutti possono scaricarli da imslp.org). Dal frontespizio della pubblicazione apprendiamo che egli fu organista a Saint-Jean-en-Grève e successivamente a St. Laurent; se è vero che la posizione fu presa nel 1729 (come asserito nel vecchio testo di Georges Servières, "Documents inédits sur les organistes française des 17e et 18e siècles", 1858) allora possiamo ipotizzare una data di nascita vicina a quella di Royer e Corret, comunque non oltre il 1715-20. Nel 1765 Dufour dovrebbe aver preso la posizione d’organista a St. Laurent, e nel 1778 a Notre-Dame de Bonne-Nouvelle, fino alla morte sopravvenuta a Parigi nel 1786. Segnaliamo uno studio recentissimo fatto dall’americana Elizabeth Walch (E. Walch, A critical edition of Pierre Thomas DuFour's "Pieces de Clavecin", Università dell’Illinois 2015) che si spera contribuisca a riaccendere l’interesse per la figura di questo compositore dimenticato. Fortunatamente, da oggi possiamo apprezzare la sua splendida musica grazie all’esecuzione del De Luca: una probabile prima registrazione integrale, a disposizione del pubblico.
Concludiamo la pagina con un altro livre de Pièces de Clavecin, pubblicato attorno al 1770 da Jean-Jacques Charpentier, da non confondere con il famoso contemporaneo di Lully; la musicologia si è riferita a questo organista e claviciniste col cognome composto Beauvarlet-Charpentier. Pierre Gouin fa però notare che si tratta di un errore ripetuto da parte degli studiosi, visto che il compositore si firmava sempre con il solo cognome Charpentier, senza eccezioni. La confusione deriva probabilmente dai documenti firmati dal figlio, Jacques-Marie, che riportano spesso il prefisso Beauvarlet, usato al fine di differenziarsi dal padre. Potremmo affermare che quest’ultima raccolta di pezzi è particolarmente esemplificativa di uno stile galante rivisto dai francesi, ma forse è più corretto parlare di preclassicismo. Come alcuni studiosi hanno osservato, si rilevano certe affinità con elementi dello stile di Schobert che potrebbe essere stato influenzato direttamente dalla musica per tastiera di Charpentier (op.1, qui integralmente registrata), e dalle raccolte successive per tastiera e violino (op.2 fino ad op.4). Sicuramente, una caratteristica saliente di questa musica è l’uso di tessiture e progressioni tipiche della scrittura orchestrale, come ben evidente fin dal primo allegro d’apertura (La Cécile).
saladelcembalo.org
25 maggio 2017
FERNANDO DE LUCA
harpsichord
Issue 2017-14
Recorded in Rome
September 3-9, 2013 (Royer); December 23, 2013 (Corrette); January 25, 2014 (Daquin); January 28-31, 2015 (Beauvarlet-Charpentier)
May 20-25, 2015 & July 26-29, 2015 (Dufour)
French harpsichord after Blanchet (1754)
built by C. Caponi (1985); Temp. Béthisy
Audio eng. M. De Gregorio
F. De Luca (photo 2016 by M. Toso)