a maggior parte delle sonate per tastiera pubblicate in vita da Emanuel Bach non richiedono, generalmente, particolari attitudini virtuosistiche, soprattutto per le raccolte successive al 1760; queste furono spesso rivolte ad un pubblico più interessato all’efficacia della musica in termini di ‘affetti’ suscitati nell’animo, molto meno all’aspetto tecnico. Fanno però eccezione le prime due raccolte pubblicate tra il 1742 ed il 1744, ovvero le Sonate “Prussiane” (Wq. 48) e le Sonate “Württemberg” (Wq. 49), che di fatto lanciarono il musicista nella sua lunga carriera svoltasi prima a Berlino e poi ad Amburgo. Tutti questi brani presentano una insolita densità di ricchezza sia in termini di espressività che di tecnica esecutiva richieste all’interprete, probabilmente, dovute alla presenza ancora forte e decisa della figura musicale paterna nel processo creativo di Carl Philipp Emanuel. In effetti, soffermandoci sulle Württemberg qui registrate dal maestro De Luca, i punti di contatto con gli esempi di Johann Sebastian sono molteplici. Chiunque apprezzi o abbia studiato le Invenzioni & Sinfonie, non potrà non riconoscere la Sinfonia IX a 3 voci in Fa minore (BWV 795) come il modello principale a cui Emanuel si ispirò nel comporre il movimento centrale (Adagio) della Sonata V in Mib maggiore (Wq. 49/5, H. 34). È possibile scorgere altri passaggi, vere e proprie citazioni dalle Invenzioni di Bach, tanto che si potrebbero considerare queste sonate come un naturale proseguimento della musica tastieristica da Bach padre verso Bach figlio, e soprattutto verso i grandi esponenti del classicismo che studiarono le Württemberg fino ai primi anni del XIX secolo: tra questi Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven.
L’influenza di Emanuel Bach sui compositori tedeschi del primo romanticismo è fatto noto, ma andrebbe probabilmente rivista ed approfondita da parte degli studiosi per meglio comprendere il grado di conoscenza che questi avevano dei lavori del musicista originario di Weimar. Franz Schubert in uno dei suoi massimi capolavori corali, il Gesang der Geister über den Wassern (D. 714), musica composta nel 1820/21 su testo di J.W. von Goethe, sembra citare direttamente materiale dal primo movimento (Allegro) della Sonata III in Mi minore (Wq. 49/3, H. 32): ad esempio, da questa si mettano a confronto le quattro battute 60-63 (fig.1) con quelle presenti in Schubert, proprio all’inizio della sezione “Un poco più mosso” (batt. 68-71), in corrispondenza della declamazione “Ragen Klippen Dem Sturz entgegen” (fig.2).
fig.1 - CPE BACH, Bars 60-63 in Wq. 49/3, Movt. 1
fig.2 - SCHUBERT, Bars 68-71 in D. 714
Per comodità, riportiamo qui di seguito i link alle rispettive partiture complete messe a disposizione da imslp.org:
- CPE BACH 6 Harpsichord Sonatas Wq. 49 link
- SCHUBERT Gesang der Geister über den Wassern D. 714 link
Gli altri brani presenti in questa pagina, intitolati in Wq. 64 come Sonatine (o Kleinesonaten), sono tra i primissimi esempi di musica per tastiera di Carl Philipp Emanuel Bach, composti all’età di vent’anni, ovvero durante il periodo trascorso a Francoforte per i suoi studi in giurisprudenza. Questa musica non fu mai pubblicata in vita dall’autore, ed è giunta a noi solo in manoscritto in una revisione successiva (1744), pubblicata in tempi moderni solo nel 1952 a Francoforte. Ci sono già alcuni spunti del cosiddetto Empfindsamer Stil, nei movimenti lenti centrali specialmente, come nel bellissimo “Andante” della Sonata I in Fa maggiore (Wq. 64/1, H. 7), anche se probabilmente molti di questi frutto della revisione finale del 1744.
saladelcembalo.org
18 settembre 2017
FERNANDO DE LUCA
harpsichord
Issue 2017-22
Recorded in Rome
July 31 - August 3 2015 (Wq. 49)
24-25 August 2015 (Wq. 64)
French harpsichord after Blanchet (1754)
built by C. Caponi (1985); Audio eng. M. De Gregorio