el vasto catalogo di opere strumentali di Giovanni Battista Sammartini, le poche composizioni per strumento a tastiera a lui attribuibili occupano, certamente, una posizione molto secondaria rispetto al peso, invece fondamentale, assunto dalla sua produzione sinfonica ed orchestrale. Uno dei motivi è probabilmente dovuto al fatto che molti di questi pezzi furono concepiti dal grande musicista milanese al solo scopo didattico o forse ad uso estemporaneo e non per essere dati alle stampe. Questo non impedì comunque la pubblicazione - non autorizzata - di alcuni di questi pezzi, da parte di editori esteri, come Walsh, Preston a Londra, o Venier a Parigi, generando non poca confusione negli studiosi, soprattutto in termini di attribuzione delle opere o parti di esse. Dal punto di vista stilistico, pur mancando la stessa energia creativa ed il carattere progressista tipici del Sammartini sinfonista, anche nei brani per tastiera è possibile scorgere certe sue qualità distintive, soprattutto nell’ambito delle sezioni di sviluppo e ripresa, particolarmente elaborate.
Il Castello Sforzesco, in una stampa del 1751. In questi anni, su richiesta del governatore Pallavicini, G. B. Sammartini si dedicò alla direzione di numerosi concerti sinfonici all'aperto, poco fuori il castello
Le 7 sonate qui interpretate e registrate da Fernando De Luca sono state selezionate tra quelle comparse in edizioni a stampa settecentesche, escludendo quindi gli altri brani noti per tastiera di Sammartini, pervenuti solo in manoscritto ed a singolo movimento. La presenza del singolo movimento è d’altra parte una caratteristica non limitata a Sammartini, ma tipica di molta della produzione sonatistica di area milanese, a metà Settecento. Ricordiamo, a tal proposito, il contributo di Domenico Cimarosa, campano, che dedicò 6 sonate tutte rigorosamente a movimento unico (C. 82 - C. 87) ad una nobildonna di Milano, la Norina Angiulli, oggi conservate nel fondo Noseda (I-Mc E-18-1); le presentammo nel novembre 2016 in occasione dell’integrale Cimarosa registrata dal De Luca. È per lo stesso motivo che, probabilmente, le sonate multi-movimento stampate all’estero e qui presentate, furono assemblate in modo arbitrario dagli stessi curatori, partendo da brani sciolti e indipendenti.
Come indicato nell’elenco a lato, un numero esiguo di questi pezzi appare in realtà di dubbia attribuzione, sebbene si possa pensare che alcuni derivino da musicisti vicini a Sammartini, come il Lampugnani, il Piazza, il Brioschi, ed altri della cerchia milanese. Inoltre, il nostro interprete ha voluto inserire alcuni suoi brevi intermezzi ad libitum, come da sua abitudine, rendendo forse più unitario e fruibile l’ascolto di ciascun gruppo.
saladelcembalo.org
25 febbraio 2018