a raccolta dei Concerts royaux, composta da quattro suites ciascuna con 5-7 danze, comparve nel 1722 in una sorta di appendice al Troisième livre de piéces de clavecin. Di questo abbiamo già pubblicato le registrazioni di alcune suites (ad oggi, gli Ordre XIII, XVII, XVIII, XIX).
Come scrisse Couperin nella prefazione, i Concerts possono essere eseguiti, a seconda delle circostanze, su un singolo strumento a tastiera - come nel nostro caso - oppure su due strumenti acuti (violino/oboe o flauto) e un basso (viola o fagotto). Questa libertà di scelta della strumentazione, oltre che peculiarità della produzione da camera di Couperin, può altresì essere individuata in altri casi di pubblicazioni di sonate e triosonate in epoca barocca. Basti pensare, ad esempio, alle triosonate di Handel pubblicate a Londra e Amsterdam, quasi tutte senza una esplicita indicazione di strumentazione. Nel 1724, Couperin fece seguire ai 4 Concerts, un’altra raccolta intitolata Les goûts-réünis, ou Nouveaux concerts riprendendo in modo esplicito la numerazione dal numero cinque e ancora una volta senza indicare gli strumenti.
La musica contenuta in entrambe le raccolte, quella del 1722 qui registrata, e quella successiva del 1724, fu in parte composta vari anni prima. In particolare, nella prefazione di Couperin si fa cenno ad alcuni brani eseguiti a corte nel 1714-15, probabilmente in presenza dell’anziano Luigi XIV. È pure evidente, dall’estensione di alcune sezioni del pentagramma superiore e da altre indicazioni presenti in partitura, che le esecuzioni originarie furono destinate a diversi strumenti ed è questo il motivo per cui oggi si preferisce eseguire i Concerts royaux con un piccolo ensemble, anziché impiegare il singolo cembalista.
saladelcembalo.org
28 marzo 2020
FERNANDO DE LUCA
harpsichord
Issue 2020-04
Recorded in Rome: May 1-3, 2019 - French harpsichord after Blanchet (1754)
built by C. Caponi (1985) - Audio eng. M. De Gregorio