uesto secondo volume (il terzo considerando Eight Setts of Lessons del 1754) completa le 20 Lessons che Jones iniziò a pubblicare nel 1761 con il primo gruppo da 11 (Volume I), a cui ne aggiunse altre 9 entro il 1765 (Volume II).
Come già osservato per il precedente volume, il termine Lesson viene qui utilizzato da Jones unicamente nel titolo della raccolta, ma completamente omesso in partitura. Tuttavia i brani che si susseguono in entrambi i volumi risultano organizzati per gruppi di tonalità, col chiaro intento di definire una sequenza di suite di brani, ovvero delle "lesson" per riprendere la parola usata dallo stesso Jones nella raccolta del 1754. Per questo motivo, inseriamo il termine tra parentesi quadre.
Stilisticamente, i due volumi del 1761/65 appaiono più omogenei rispetto a quello del 1754; la forma non è quella tipica della lesson britannica per tastiera, quella di Maurice Greene tanto per intenderci, ma sembra rifarsi ad una scrittura orchestrale in qualche modo ricreata per la tastiera. Persino nei numerosi brani in cui Jones rievoca il linguaggio caratteristico del grandeur haendeliano, il riferimento non è alle suite cembalistiche del sassone bensì ai suoi concerti grossi ed a quelli per organo con orchestra. Tre brevi inserti estemporanei sono stati aggiunti dal nostro interprete nella terza, nella quinta e nell'ottava lesson. Li abbiamo indicati, genericamente con [Ad libitum].
Anche questo volume, come i precedenti, è stato registrato a Cagliari, nelle date comprese tra il 30 giugno ed il 3 luglio 2018, su cembalo fiammingo, copia di un modello di Ruckers rivisto successivamente da Taskin attorno al 1780; si tratta di uno strumento a doppio manuale.
Per comodità, riportiamo infine i link alle pagine dei volumi precedenti, già registrati da Fernando De Luca e pubblicati su saladelcembalo.org:
saladelcembalo.org
30 marzo 2021
Fernando De Luca (Venezia, febbraio 2020)