on la terza ed ultima parte dedicata a questo nuovo ciclo bachiano, possiamo finalmente affermare di aver coperto l’intera produzione clavicembalistica del musicista di Eisenach, salvo future attribuzioni o riscoperte di manoscritti oggi considerati perduti. Con l’occasione, alla fine di questa introduzione, ricapitoliamo tutte le pagine più rilevanti pubblicate negli ultimi 10 anni su La Sala del Cembalo, in modo da fornire una visione d’insieme dell’Opera Omnia di Johann Sebastian Bach vista dall’interprete Fernando De Luca. Ricordiamo che per individuare su questo sito ogni singola composizione bachiana, identificata dal suo codice di catalogo BWV (Bach-Werke-Verzeichnis), è sempre possibile ricorrere all’archivio generale di saladelcembalo.org, selezionando l’apposito pulsante presente in cima ad ogni pagina.
La Sonata in Do Maggiore (BWV 966) si affianca a quella già pubblicata nella prima parte del ciclo (quella in la minore, BWV 965): furono entrambe trascritte per tastiera da un Sebastian Bach giovanissimo, traendo dalle Partite dell’Hortus Musicus (Amburgo 1688) di Johann Adam Reincken (1643-1722), concepite per 2 violini, viola da gamba e basso continuo. Come evidente dai soli 4 movimenti (Preludio-Fuga-Adagio-Allemande), questa in do maggiore risulta incompleta rispetto all’originale di Reincken, e non sappiamo se a causa di parti manoscritte andate perdute oppure se per scelta dello stesso musicista. D'altra parte, la “perdita di interesse” da parte del trascrittore è un fenomeno rarissimo in Bach, se non impossibile, viceversa piuttosto frequente con Mozart.
Abbiamo poi incluso 3 celeberrime composizioni organistiche, molto ben adattate alla tastiera (ovviamente senza pedaliera!) dal maestro Maurizio Machella, che Fernando De Luca ha eseguito sul cembalo a doppio manuale ottenendo un risultato godibilissimo. Facciamo solo notare che la trascrizione della BWV 538 ha previsto la sola Toccata Dorica in Re Minore, senza la relativa fuga, mentre sulla BWV 565 c’è poco da dire: nonostante nel corso del XX secolo la paternità di tale composizione sia stata messa in discussione più volte, nessuno è di fatto ancora riuscito a presentare una alternativa realmente convincente rispetto a quella di un Bach alle prese con le sue prime sperimentazioni organistiche. L’unica ipotesi che sembra essere quella più verosimile, accettata dalla maggioranza degli studiosi, è che la partitura sia il frutto di una trascrizione da composizione violinistica, di altri o dello stesso Bach. La Fantasia e Fuga in Sol Minore (BWV 542), con cui chiudiamo la pagina, è senza dubbio una delle vette assolute della letteratura organistica di tutti i tempi e, tutto sommato, questa trascrizione ed interpretazione al cembalo ne rendono giustizia.
Interessante anche la sequenza in sol maggiore che abbiamo inserito nella seconda metà di questa pagina: l’Adagio (BWV 968) è una bellissima trascrizione forse di Wilhelm Friedemann Bach, tratta dall’analogo movimento per violino solo della BWV 1005; questo adagio funge da preludio ad un’altra rara trascrizione da Concerto per organo in Sol Maggiore (BWV 592), a sua volta adattato da Bach da uno dei concerti per archi del principe Johann Ernst di Weimar attorno al 1715. La versione per cembalo qui eseguita è quella catalogata come BWV 592a e potrebbe essere dello stesso Bach, o di qualche altro musicista/allievo della sua cerchia.
Abbiamo finalmente registrato i 4 Duetti, pubblicati a Lipsia nella terza parte del Clavier-Übung: nonostante la pubblicazione del 1739 incluse alcune composizioni organistiche, questi duetti sembrano comunque essere stati concepiti per la tastiera del clavicembalo, ed infatti vengono spesso affiancati alle Invenzioni a 2 voci, pur presentando una maggiore difficoltà esecutiva. Citiamo anche la presenza della delicatissima Suite in Mi bemolle Maggiore (BWV 819), stilisticamente e cronologicamente vicina alle cosiddette Suite francesi, e qui il maestro De Luca ha incluso anche l’Allemande alternativa (BWV 819a). Completano la pagina altre 3 fughe sciolte (la BWV 954 in Si bemolle Maggiore, tratta ancora da Reincken, e le BWV 949/955), il Preludio e Fuga in La Maggiore (BWV 896) ed infine la Partita in Mi Maggiore (BWV 1006a) per liuto, eseguibile pure al cembalo, trascritta da Bach attorno al 1736 dalla violinistica BWV 1006.
Marco De Gregorio * saladelcembalo.org * Roma, 12 febbraio 2022
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