a pressoché quasi totalità delle musiche per cembalo oggi note di Buxtehude, resta ancora ben rappresentata dalla storica pubblicazione di Emilius Bangert (ed. Wilhelm Hanson, Copenaghen 1942) che seguì alla scoperta del manoscritto di Ryge, in Danimarca. Questa fonte contiene 25 composizioni (19 suite e 6 cicli di variazioni), tutte registrate in questa pagina dal maestro De Luca, con qualche aggiunta (per un totale di 4 ore di ascolto!). In effetti, l’edizione più recente di Klaus Beckmann non cambia di molto il quadro: due delle diciannove suite, pur presenti nel manoscritto, sono state identificate come lavori di Nicolas-Antoine Lebègue dal suo Second Livre de Clavessin (Paris 1687); nell’edizione di Bangert queste sono la Suite VIII in re minore (BuxWV Anh.12) e la Suite XVI in sol minore (BuxWV Anh.13). Va notato un particolare non indifferente: colui che compilò il manoscritto, probabilmente qualcuno vicino a Buxtehude, si limitò ad estrarre solo le parti canoniche della suite secondo il modello di Froberger, ovvero la sequenza [Allemande - Courante - Sarabande - Gigue]. Tutto il resto era evidentemente considerato superfluo dal maestro del nord. Gli originali di Lebègue, che sono le Suite I e Suite II della suddetta raccolta, contengono movimenti aggiuntivi, rispettivamente un [Menuet] ed una sequenza [2e Allemande - Rondeau - Passacaille - Menuet - Gavotte I - Gavotte II - Menuet].
Nella presente pagina abbiamo indicato entrambe le numerazioni, quella di Bangert e la più recente del catalogo BuxWV, seguendo il raggruppamento per tonalità con le prime 5 in do maggiore, le successive 4 in re minore/maggiore, altre 4 in mi minore/fa maggiore, 4 in sol minore/maggiore, e 2 in la minore/maggiore. Come intermezzo tra il secondo ed il terzo gruppo, il nostro interprete ha inserito la famosa Toccata “fatta sopra l’assedio di Filippsburgo” (1676) di Alessandro Poglietti. Anche i sei cicli di variazioni di Buxtehude, tra i quali spicca “La Capricciosa” in sol maggiore (BuxWV 250) costituita da ben 32 partite, sono stati inseriti nei vari gruppi per tonalità. Nell’ultimo gruppo, l’appendice, c’è una ventesima Suite in re minore, recentemente attribuita a Buxtehude e proveniente da una pubblicazione di Estienne Roger (Amsterdam 1710), la cui scansione in facsimile può essere consultata sul sito imslp.org. Di conseguenza, anche la Courante d-moll (BuxWV Anh.6) è attribuibile con certezza visto che, più o meno, coincide con l’analogo movimento della suite presente in [Roger]. Resta invece una composizione spuria la Courante G-Dur, anche questa nel manoscritto di Ryge e qui posta in appendice. Le due suite in do maggiore e fa maggiore (BuxWV 231/239), da fonti scoperte più recentemente, non sono state qui registrate, almeno per il momento.
Il Preludio BuxWV163 con cui apriamo la sezione in sol minore è un pezzo straordinario, tipico esempio della spiccata maestria improvvisativa e contrappuntistica che doveva sicuramente aver colpito il giovane Bach attorno al 1705; in questa registrazione, a differenza degli altri pezzi, è stato impiegato un diverso strumento, il francese a due manuali, come riportato a fondo pagina. Un suono dunque dal timbro più scuro e corposo, come è anche evidente proseguendo l'ascolto dei pezzi successivi in sol minore, per i quali si torna alla tastiera tedesca a singolo manuale, dalla sonorità più leggera e cristallina.
saladelcembalo.org
7 maggio 2017
FERNANDO DE LUCA
harpsichord
Issue 2017-10
Recorded in Venice: 21-30 October 2014, 3-4 November 2014
Recorded in Rome: 13 April 2013 (Preludio g-moll BuxWV163)
German harpsichord after Christian Vater (1738) built by F. P. Ciocca (2007); Temp. Silbermann @ 1/6 syntonic comma & Temp. Sauveur (1701) @ 1/5 syntonic comma (Lebegue); Pitch A=415Hz
For Preludio g-moll BuxWV163 only: French harpsichord after Blanchet (1754) built by C. Caponi (1985); Audio eng. M. De Gregorio