on questa pagina, dovremmo aver coperto l’intera produzione per cembalo solista di Jean-Philippe Rameau. Nel giugno 2014 avevamo già presentato il Premier Livre de Pièces de Clavecin che il musicista di Digione pubblicò nel 1706 durante una sua breve permanenza a Parigi. Come osservammo in quella occasione, il giovane Rameau, “pur avendo quindici anni in meno di François Couperin, scriveva musica per tastiera in uno stile apparentemente più conservatore del suo più famoso collega parigino ...” (link). Poi abbiamo pubblicato i quattro pezzi sciolti nel febbraio 2016, provenienti da arrangiamenti fatti dallo stesso compositore nei Pieces de clavecin en concerts (1741) più un quinto brano, La Dauphine, databile attorno al 1750 e forse frutto di una trascrizione estemporanea di Rameau (link).
Completiamo ora il ciclo aggiungendo i preziosi arrangiamenti per tastiera da Les Indes galantes, pubblicati attorno al 1735/36 e costituiti da una serie di ben 27 pezzi suddivisi in 4 sezioni (Concerts), più una sezione aggiuntiva basata sulla entrée Les Sauvages. Ed ancora, i due libri più noti ed importanti del grande musicista francese: il libro del 1724, contenente la Suite in Mi Minore/Maggiore e la Suite in Re Minore/Maggiore; ed il libro del 1727/28, con la monumentale Suite in La Minore/Maggiore e quella in Sol Maggiore/Minore. Se escludiamo i 5 brani sciolti prima citati, questi due libri per cembalo rappresentano l’ultima occasione in cui il musicista pubblica per questo strumento; dopo il 1730 Rameau si dedica prevalentemente al teatro ed alla pubblicazione di opere teoriche. Già dal 1722, stabilitosi definitivamente a Parigi, Rameau inizia a frequentare il poeta e drammaturgo Alexis Piron che gli darà occasione di produrre svariata musica di scena, attività che sfocerà nella grande produzione del 1733 di Hippolyte et Arice. È stato osservato che molti dei pezzi che costituiscono il libro del 1724 potrebbero avere dei collegamenti con musica di scena scritta in quegli anni, in particolare con L’Endriague del 1723, la cui partitura è andata perduta. Ricordiamo infine l’osservazione fatta anni fa da Kenneth Gilbert, a proposito delle prime tre variazioni nella Gavotte avec six doubles della Suite in La Minore (1727/28): la somiglianza con le analoghe variazioni di Handel presenti nella Suite III in d minor del 1720, potrebbe interpretarsi come l’omaggio del grande compositore francese nei confronti del Caro Sassone cembalista.
saladelcembalo.org
7 luglio 2017
FERNANDO DE LUCA
harpsichord
Issue 2017-19
Recorded in Rome
14-21 September 2014 (Suites en La/Sol/Re)
French harpsichord after Blanchet (1754), built by C. Caponi (1985)
Audio eng. M. De Gregorio
Recorded in Cagliari
5-13 July 2015 (Suite en Mi, Les Indes galantes)
Flemish harpsichord after a Ruckers-Taskin model (Taskin 1780)
built by F. Granziera (1993)