ubblichiamo, finalmente, l'intero corpus dei Pièces de Clavessin di Gaspard Le Roux, una della più note raccolte tastieristiche di scuola francese, composta dal più misterioso dei claviciniste dell'epoca di Luigi XIV. Sono infatti pochissime o nulle le notizie pervenute su Le Roux, sia quelle strettamente biografiche sia quelle legate alla sua attività artistica, a cominciare dalla data di nascita che, secondo le ultime ipotesi viene fatta risalire alla metà del Seicento (ca.1640-1660). Mentre esiste documentazione abbastanza certa su luogo e data di morte, che dovrebbe collocarsi a metà giugno 1707, Parigi.
La pubblicazione dei Pièces, avvenuta nel 1705 è, con molta probabilità, di molti anni ritardata rispetto alla data effettiva di composizione, collocabile nell'ultimo decennio del secolo precedente. Dal punto di vista stilistico è noto che Le Roux non aggiunge nulla di particolarmente innovativo al linguaggio musicale dell'epoca, anzi, molta della sua musica si rifà al gusto già ampiamente stabilito dai vari d'Anglebert e Louis Couperin, ad esempio tramite la piena adozione dei Prélude non mesuré. Ma, nonostante tutto, c'è un aspetto davvero unico che ha reso questa raccolta così popolare fin dall'inizio, accanto a quelle degli altri maggiori e più noti clavicembalisti francesi del periodo. Ovvero, il taglio che il compositore volle dare alla pubblicazione, indicando la possibilità di eseguire alcuni brani in forme alternative a quella base per cembalo solo: in trio, cioè due strumenti più il cembalo, oppure in coppia raddoppiando lo strumento a tastiera.
La famosa Gigue in sol che chiude il libro è addirittura indicata con pour deux clavecins, quindi in forma obbligata a due cembali, e qui il nostro interprete Fernando De Luca ne ha combinata una delle sue: ossia, anziché cercare un collega con annesso strumento, col quale registrare il pezzo in duo, ha pensato di fare tutto in autonomia mediante una registrazione multi-traccia! (ndr. una tecnica già impiegata in passato da altri noti cembalisti, ricordiamo il caso forse più famoso del canadese Kenneth Gilbert che registrò in tale modalità, per Archiv Productions, le due fughe a specchio dall'Arte della Fuga di Bach). Il risultato della sovrapposizione delle due tracce audio sembra tecnicamente impeccabile, almeno per la prima delle due sezioni di cui è composta la giga; un po' meno per la seconda sezione, dove la sovrapposizione risulta meno accurata. Ci accontenteremo.
saladelcembalo.org, 12 marzo 2023