Italian Cantatas G.F. Handel (?): Mira Lilla gentile Anonimo: La caduta di Icaro G.F. Handel: Tra le fiamme HWV 170 Valentina Varriale, soprano Ensemble “Musica Perduta” Renato Criscuolo, violoncello e direzione Brilliant Classics 94426
L CD contiene quattro cantate italiane che risalgono tutte all'inizio del '700. Anche se in copertina campeggia il nome di Handel, solo una di queste è sicuramente attribuibile a lui: la splendida Tra le fiamme, composta probabilmente nel 1707 su di un libretto del cardinale Benedetto Pamphili. Questa notissima cantata (ricordiamo fra le innumerevoli incisioni in commercio quella comparsa nel 2006 con la voce di Roberta Invernizzi) si distingue anche per la presenza in organico di una viola da gamba concertata dalla scrittura alquanto virtuosistica e di due flauti diritti, che si aggiungono ad oboe, violini e basso continuo. Il testo trae spunto dal mito di Dedalo e Icaro per arrivare ad un insegnamento morale sulla limitatezza del genere umano. La cantata La caduta di Icaro invece non è sicuramente di Handel (qualcuno la attribuisce a Mancini) ma curiosamente si basa sullo stesso testo del Pamphili, quindi deve trattarsi di un compositore che si trovava a Roma in quegli stessi anni. L'organico è limitato a due violini e basso continuo, però con parti obbligate per violoncello, arciliuto e violino in alcune arie. La cantata è introdotta da una breve sinfonia e non sfigura affatto, per qualità della musica, accanto a quella di Handel. Tanto che Renato Criscuolo, nelle note al disco, arriva ad ipotizzare (senza molta convinzione, per la verità) che questa possa essere una seconda versione di Tra le fiamme fatta dallo stesso Handel. L’ipotesi serve magari per giustificare il nome di Handel in copertina, ma è chiaramente insostenibile. Le altre due cantate... in realtà sono una sola! Si tratta infatti di Mira Lilla gentile, una cantata conservata a Palermo (in un manoscritto che la attribuisce al “sig. Federico Hendel”) in due versioni quasi identiche: una per soprano, violino obbligato e continuo, l'altra col violoncello al posto del violino, entrambe incise qui. La paternità però è molto dubbia, tanto che questo lavoro non compare nel catalogo delle opere di Handel: Andrew Jones, che è uno dei maggiori esperti di cantate handeliane, la ritiene spuria, secondo quanto riportato da David Vickers in una mailing-list dedicata ad Handel. Come al solito la maggior fonte di perplessità viene dal fatto che nessun brano di questa cantata è stato in seguito riutilizzato da Handel, cosa piuttosto anomala per le composizioni del suo periodo italiano. Tuttavia Renato Criscuolo, nelle note al CD, difende l'ipotesi della paternità handeliana e rivendica quindi il primato nell'aver portato in CD questa cantata. Naturalmente non si tratta solo di una questione accademica: come in altri casi (ad esempio il recente Germanico) mettere il nome di Handel in copertina pare garantisca migliori vendite. A sua parziale discolpa bisogna dire che la cantata è assai pregevole e val la pena di essere conosciuta, a prescindere dal nome dell’autore. Però Criscuolo ha esagerato nel voler mettere sullo stesso CD entrambe le versioni, anche se ha cercato di ovviare al problema utilizzando nelle due cantate, nei limiti del possibile, scelte esecutive piuttosto diverse. In ogni caso, a prescindere dalle questioni di attribuzione, l'interpretazione delle cantate è ottima, sia da parte dell'ensemble strumentale che della cantante. Valentina Varriale ha una bella voce, canta con molto gusto e con ottima padronanza dello stile. Ho solo qualche riserva sugli abbellimenti nei da capo, che avrei preferito più abbondanti e appariscenti. Tuttavia, visto il carattere cameristico di queste musiche, anche la scelta più sobria adottata da Varriale e Criscuolo è accettabile. La parte strumentale è eseguita con uno strumento per parte, mentre il continuo è realizzato da arciliuto, violone e cembalo. Nel complesso quindi, visto anche il prezzo contenuto, si tratta un CD assolutamente consigliabile. Maurizio Frigeni, 12 gennaio 2013
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