Canto gregoriano Deus in adiutorium meum intende Ora pro nobis Protege domine ANTONIO CALDARA Haec est regina virginum Laetatus sum Te decus virgineum GEORGE FRIDERIC HANDEL Saeviat tellus Dixit Dominus Salve Regina
Roberta Invernizzi, Robin Johannsen: soprani Martin Oro: controtenore Markus Brutscher: tenore Antonio Abete: basso Coro & Orchestra dell’Academia Montis Regalis direttore: Alessandro de Marchi Deutsche Harmonia Mundi 88691926042 (2 CD) urante la sua permanenza italiana (1706-1709) il giovane Handel compose anche della musica sacra, fra cui alcuni brani destinati ai Vespri solenni per la festa di Nostra Signora del Monte Carmelo, celebrati a Roma nella chiesa di S. Maria del Monte Santo (in Piazza del Popolo) il 16 luglio 1707. Non si sa di preciso quale fosse il contributo di Handel per l'occasione ed è probabile che oltre a lui altri compositori fossero coinvolti. Questo ha portato nel corso degli anni a vari tentativi di “ricostruzione” di questi Vespri, il più famoso e autorevole dei quali è probabilmente quello fissato in disco da Parrott nel 1987. Antonio Caldara arrivò a Roma nel 1709 per prendere il posto di Handel al servizio del marchese Ruspoli. Del suo soggiorno romano (che si protrasse fino al 1716, anno in cui si trasferì definitivamente a Vienna) ci rimangono anche tre antifone scritte proprio per la festa della Madonna del Carmelo. Da qui l'ipotesi che in quegli anni tanto le musiche di Handel quanto quelle di Caldara poterono essere utilizzate per i Vespri dai frati carmelitani, ed il pretesto per proporre questi due CD. Tuttavia la scelta delle musiche è parecchio arbitraria: di Caldara vengono proposte due delle antifone romane (Haec est regina virginum e Te decus virgineum) oltre ad un Laetatus sum che però molto probabilmente è di epoca posteriore. Invece di Handel sono state scelte forse le tre composizioni sacre più belle del periodo romano: il salmo Dixit Dominus, il mottetto Saeviat tellus (scritto sicuramente per i frati carmelitani) e l’antifona Salve regina. All'inizio e alla fine del cofanetto sono stati inclusi dei brevi passi in canto piano, ma in realtà non è stato fatto alcun tentativo di ricostruire l'intero rito (come invece aveva fatto Parrott) perché molti altri salmi e antifone non sono compresi in questa incisione (e non sarebbe mancato lo spazio per aggiungere altra musica, visto che ciascun CD dura in tutto una cinquantina di minuti). L'interesse dell'appassionato di musica per questo cofanetto viene da un lato dalla presenza dei brani sacri di Caldara di ascolto piuttosto raro e dall'altro dalla presenza nel cast di Roberta Invernizzi. Devo dire che in entrambe le cose sono stato un po’ deluso: da un lato le musiche di Caldara non hanno l'energia e la passione di quelle di Handel e d'altra parte il brano di che più mi interessava sentire cantato dalla Invernizzi (il Saeviat tellus) è stato invece affidato all'altro soprano, Robin Johannsen. Una volta digerite queste delusioni si possono però trovare nel cofanetto anche ottime cose. Il Laetatus sum di Caldara, ad esempio, contiene diverse cose pregevoli, fra le quali un memorabile Jerusalem quae aedificatur con due violoncelli obbligati ad accompagnare la voce del soprano. E proprio questo soprano a me nuovo, Robin Johannsen, è forse la sorpresa più piacevole di questi CD: voce molto bella e duttile, ottimo stile, il suo Saeviat tellus rischia di scalzare quello di Jill Feldman come mio preferito. Infine, il Salve Regina interpretato da Roberta Invernizzi è una perla che entrerà sicuramente fra i brani favoriti dai suoi estimatori e Alessandro De Marchi dirige con la consueta maestria la sua ottima orchestra. Fra le cose negative, invece, tutta la parte maschile del cast e quindi un Dixit Dominus che soffre, oltre che per questo, anche per un coro che avrei voluto un po’ più energico. La qualità della registrazione non è a mio parere ottimale, in particolare la dinamica appare a volte sacrificata a favore di un generale appiattimento del suono. Non posso non segnalare infine una certa sciatteria editoriale: non c’è nessuna indicazione su quale dei due soprani canti nelle diverse tracce ed inoltre inspiegabilmente al Salve Regina vengono premessi i nomi sia di Handel che di Caldara, quando invece si tratta di una composizione del solo Handel. DHM ancora una volta bara un po’ (vedi il clamoroso caso del Germanico) e vuole spacciare questa come ricostruzione fedele dei Vespri del 1709, ma come detto sopra così non è: si tratta più modestamente di alcune musiche che potrebbero essere risuonate in quella circostanza, insieme ad altre qui non comprese. Questo va detto per correttezza ma non toglie nulla ai meriti di un cofanetto che contiene diverse cose molto belle. Maurizio Frigeni, 4 maggio 2012
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